Dillo con un fiore anche se non puoi dirlo: un girasole per le disabilità invisibili

C’è un movimento mondiale che si prende cura di chi si sente escluso: è il movimento del girasole e aiuta coloro che sono affetti da disabilità non così ovvie. Questo tipo di aiuto è particolarmente necessario in viaggio, e più in generale, negli spazi pubblici, in quanto l’orientamento spazio-temporale inteso come adattamento a nuove realtà è un problema per molte delle disabilità in esame e le folle triggerano alcuni sintomi. 

Nel mondo, 1 persona su 6 è affetta da disabilità, visibile o invisibile, permanente o temporanea. Circa 1,3 miliardi di persone. Quindi le aziende che aderiscono all’iniziativa devono essere all’altezza. Tra le compagnie aeree europee troviamo Air France, Austrian, British Airways, KLM e Ryanair. Gli aeroporti aderenti sono moltissimi soprattutto in Nord Europa; in Italia aderiscono i principali aeroporti ad eccezione degli aeroporti di Milano e Roma.

Come funziona? In aeroporto, così come in alcuni spazi pubblici, sia lo staff sia le persone che necessitano di supporto indossano un cordino (il cordino dei badge) con i girasoli. Non è necessario indicare quale sia la propria disabilità, il girasole serve solo a segnalare che si ha bisogno di un aiuto aggiuntivo o anche solo un po’ di tempo in più.

Personalmente, quando mi sono imbattuta nella notizia, pensavo si riferisse allo spettro autistico, ma forse ero troppo presa dalla moda dell’ADHD su Instagram perché le disabilità invisibili includono:

  • ADHD (appunto)
  • Alzheimer
  • Afasia
  • Asma
  • Balbuzie
  • Celiachia
  • Colite Ulcerosa
  • Diabete
  • Disautonomia (gruppo di disturbi neurologici in cui il sistema nervoso autonomo (ANS) è diventato sregolato)
  • Dislessia
  • Disturbo neurologico funzionale (alterazioni che colpiscono il sistema nervoso centrale e tuttavia non hanno un’origine o una causa neurologica specifica)
  • Endometriosi
  • Epilessia
  • Emicrania
  • Emofilia
  • Lupus
  • Mialgia/Sindrome da fatica cronica
  • Morbo di Crohn
  • Narcolessia
  • Parkinson
  • Pre/menopausa, che è un’altra new-entry del web
  • Problemi respiratori cronici
  • Sclerodermia
  • Sclerosi Multipla
  • Sindrome alcolica fetale (insieme di patologie neurologiche irreversibili dovute all’esposizione del feto all’alcol)
  • Sindrome di Ehler-Danlos (patologie ereditarie contraddistinte da lassità dei legamenti e iperelasticità della cute)
  • Sindrome da Long Convid
  • Sindrome da tachicardia posturale ortostatica (condizione in cui un passaggio dalla posizione sdraiata a quella eretta provoca un aumento anormalmente elevato della frequenza cardiaca)
  • Sindrome di Tourette

Molti di noi, affetti da almeno un problema della lista, sono talmente abituati ad “arrangiarsi” in tutte le situazioni problematiche che saranno sorpresi di trovarsi nell’elenco. Altri penseranno “ma perché la menopausa è una disabilità?”. La lista include problemi, più o meno gravi, che non sono gravi ovvero ovvi, ma che richiedono un po’ più di tempo nel fare le cose, un supporto, un regime diverso, o anche solo un’area dove stare lontano dalla folla. Personalmente, temo che il problema nell’affrontare apertamente alcune delle sindromi di cui sopra sia proprio il termine “disabilità” che porta con sé il concetto negativo di “anormalità”. Inoltre, quando si parla di disabilità si pensa alla perdita di autonomia.

L’aeroporto, per definizione, è un luogo fatto di processi, di standard, di cose controllabili per mantenere certi standard di qualità e sicurezza. In quest’ottica, dove ogni deviazione dallo standard potrebbe creare una situazione critica, è importante poter avere un supporto esperto e discreto in caso di una qualsiasi necessità

Image by Bruno from Pixabay

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