Passaporto e mail, grazie

Bè, non sono proprio certa che dicano anche grazie. Avevo già sentito parlare del problema, ma, a quanto pare, questa pratica è stata ufficializzata dal ministero di giustizia israeliano.
Di cosa parlo? All’arrivo in Israele, il personale di sicurezza ha il diritto di consultare le mail dei passeggeri direttamente sul loro laptop, smartphone o tablet.

Dovrebbe funzionare così: una volta sbarcati al Ben Gurion di Tel Aviv, l’agente che vi trovate davanti, oltre a controllare i vostri documenti, potrebbe chiedervi di aprire il vostro account di posta elettronica o di Facebook. Potete rifiutarvi certo, ma potrebbe esservi impedito l’ingresso nel Paese. Il principio è il solito: chi si rifuta, ha qualcosa da nascondere. Si parla, comunque, di una procedura eccezionale, adottabile laddove vi siano già dei sospetti. Tuttavia, il sospetto ha anche basi soggettive: potete o non andare, o non sembrare sospetti oppure rendere accessibili i vostri contatti virtuali. 


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