Quando Ryanair diventa mortale
Prima il lungo raggio, poi il secondo accessorio in cabina, Ryanair sta cambiando un po’ la sua policy….e anche i suoi prezzi. Sarà per il caro carburante, sarà per le tasse aeroportuali, sarà per i competitor, fatto sta che Ryanair sta perdendo un po’ del suo appeal e del suo profitto.
Quando il denaro è l’ostacolo si punta tutto su una parola magica (anzi due) “customer experience”. Io passeggero voglio un posto a finestrino: pago. Io passeggero voglio il bagaglio in stiva: pago, e i frequent flyer ringraziano. Io passeggero voglio il bagaglio in cabina: pago (e il turista ringrazia). L’idea, non nuova, è quella di far pensare al passeggero che avrà bisogno di quella cosa, per cui è meglio pagarla subito. Nel nostro esempio, Ryanair aveva la regola del chi prima arriva meglio alloggia, poi ha introdotto il servizio di prenotazione del posto: potete non usarlo, ma c’è, e se non lo utilizzerete vi capiteranno i posti peggiori….forse.
Il passo successivo è volare dove altri non osano e concentrarsi sui passeggeri business. Non è il viaggiatore casuale il privilegiato, è il volatore di professione.
Come si fa a mantenere i prezzi bassi quando tutto questo non è abbastanza? Si cercano soluzioni per stipare più passeggeri su un volo, si lascia a terra parte della flotta, e si abbattono i costi del personale.
E no, tutto questo non è diventato realtà solo per Ryanair, ma anche per le compagnie meno low-cost (vedi Lufthansa e la prenotazione del posto con obolo).
La prossima volta che scorrerete i servizi offerti dalla vostra compagnia pensate bene a cosa vi serve davvero e cosa no.
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