Dove abitano i nemici dell’igiene?
L’aereo non è come casa vostra: nessuno trascorre giornate intere a pulire e strofinare (anche solo una volta al mese). I passeggeri non sono la vostra famiglia: non potete punirli se sporcano e non puliscono. Ergo, l’aeroplano è un posto sporco.
Anche se tutti ne parlano, è un po’ la scoperta dell’acqua calda. L’aereo è un luogo pubblico e i luoghi pubblici sono catalizzatori di germi e batteri. Lo sporco è infido: basta una persona che non si comporta civilmente e il batterio/virus/germe/schifo si riproduce e si diffonde.
No, non è il bagno il posto più disgustoso. Perché? Perchè viene pulito con più attenzione, si sta attenti alle maniglie delle porte che sono i luoghi più terrorizzanti (ndr attenti come sempre al pulsante dello scarico), etc...
I batteri proliferano dove trovano un ambiente adatto, ovvero vicino agli umani, per riuscire a traslocare con facilità, in luoghi in cui la pulizia è meno precisa e il ricircolo dell’aria non ha l’odore di primavera. A cosa prestare attenzione? Al tavolino dove vi viene servito il pranzo, ai braccioli del sedile, alla tasca del sedile e occasionalmente a coperte e cuscini. A infezioni, poi, c’è solo l’imbarazzo della scelta: l’E. coli è quello che mi aspetterei, e infatti c’è, insieme allo Staphylococcus aureus resistente alla meticillina (MRSA), ovvero un qualsiasi stafilococco resistente agli antibiotici.
Secondo i ricercatori autori della scoperta, MRSA resiste 168 ore nella tasca dei sedili, mentre l’E. Coli dura un po’ meno, solo 96 ore sul bracciolo, 72 sui tavolini e 48 sul tasto di scarico della toilette. Sapere che, poiché il sedile è una superficie porosa, le probabilità di trasmissione sono basse vi fa sentire meglio? Vi farà, invece, piacere sapere che lo studio è stato condotto in laboratorio senza la presenza degli addetti alle pulizie.
Morale: lavatevi le mani, igienizzate tutto quello che potete, e indossate dei guanti se vi piace un po’ di eccentricità.
Photo Credit: PaPeR.cLiP via Compfight cc
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